Seity

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SEITY, UN QUASI NEOLOGISMO

Se te la dice Federico Faggin, che ha cambiato il mondo con il microprocessore, è bene pensarci per capire cos’è. Lui ci racconta la vera differenza tra un computer e un uomo

Neologismi ne vengono proposti in continuazione. Molti inutili, altri fuorvianti. Alcuni, invece, tra questi quelli proposti nella rubrica di questo sito Keyword, sono indispensabile per capire il mondo che cambia. Siamo dentro una rivoluzione, si sa, e anche che nelle rivoluzioni si sa come si entra e non si sa come si esce.

Seity è la parola che proponiamo. In realtà, non è proprio un neologismo. È inglese, e fin qui niente di nuovo. Il vocabolario online “dicios“ però non te la dà e non la traduce nemmeno google. Devi approfondire e scopri che la si usa in psicologia con il significato di identità personale e qualcosa di unico per sé.” E, fin qui, tutto interessante ma niente di particolarmente nuovo.

Se questa scienza che grandi vantaggi porterà all’uomo non servirà all’uomo per comprendere se stesso, finirà per rigirarsi contro l’uomo.

Giordano Bruno, De l’infinito universo e mondo

La citazione che apre la Parte Prima

Nuovo e molto interessante è che la parola diventa centrale nell’ultimo libro di Federico Faggin – “IRRIDUCIBILE La coscienza, la vita, i computer e la nostra natura” – fisico e inventore del microprocessore, del quale Bill Gates ha detto che senza di lui la Silicon Valley non ci sarebbe stata.

Se la propone lui e la definisce come “ente quantistico con tre proprietà fondamentali irriducibili e indivisibili: coscienza, agentività e identità” allora le ragioni per pensarci crescono. Il tema che si pone Faggin e al quale che cerca di rispondere con questo “intrigantissimo” libro è quello che ci poniamo in molti.

Qual è la differenza tra un uomo e un computer, comprendendo con questo termine l’intera realtà digitale e un particolare l’Intelligenza Artificiale?

Anticipiamo alcuni concetti: il computer è una macchina deterministica, l’uomo no. L’uomo è una realtà quantistica – sostiene Faggin – e quindi dotato di libertà. Affermazione impegnativa e bisognosa di approfondimento, almeno semantico.

Fa un certo effetto sentire da un fisico e non da uno qualunque ma da chi tanto ha influito nella costruzione del mondo digitale, nell’esplosione della potenza computazionale usare concetti quali “al di là di tutte le categorie e di ogni definizione.”  Fa un certo effetto ascoltare il suo invito ad uscire da una “visione materialistica” e sentire il bisogno di parlare di libertà, di coscienza, di libero arbitrio, di determinismo, di ontologia, di conoscenza vissuta.

Fa meno effetto ascoltarlo discutere di meccanica classica e quantistica, di bit e byte, evoluzione delle macchine, determinismo dei computer, teoria dell’informazione e probabilità classica e quantistica.

Fa un certo effetto trovare tra le citazioni poste a esergo dei diversi capitoli personaggi, tra gli altri, come Giordano Bruno o ancora Meister Eckhart, un teologo, monaco e mistico medievale a cui gli fa dire: “Le parole non sono identiche alle cose. Conoscere delle parole relative a dei fatti non equivale in nessun modo alla comprensione diretta e immediata dei fatti”. Sembra banale ma non lo è.

Ecco, fa un certo effetto – buono – leggere, pensare e discutere le convinzioni di Faggin e immergersi nell’irriducibilità della nostra identità e, ovviamente, in quella degli altri.

N.B. Insieme ad un amico abbiamo dialogato con un IA. hattps://chat.openai.com./chat. Gli abbiamo chiesto di Faggin e del libro. Non conosce né Faggin né il libro, per ora, e ci ha dato informazioni del tutto insufficienti e scontate anche se rapide e scritte in un ottimo italiano.

F. Faggin, IRRIDUCIBILE, La coscienza, la vita, i computer e la nostra natura, Mondadori, 2022. Pgg. 296

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